La Manovra 2019 amplia il regime forfettario: ecco come

Primo via libera dalla Camera per la Manovra che amplia il regime forfettario. Dal 2019 per applicare la flat tax non ci saranno più i limiti di ricavi differenziati per settore di attività ma il tetto unico a 65.000 euro. Potrà accedere al regime anche chi è già in pensione e chi ha un lavoro dipendente, a patto che, però, non svolga attività con partita IVA per il suo ex datore di lavoro o per quello attuale.
Ora il testo passerà in Senato, dove probabilmente verrà riscritto interamente, poichè non contiene le misure chiave, anche se per il regime forfettatario non si prevedono novità (ndr).

Regime forfettario, tassa piatta e niente burocrazia

A partire dal prossimo anno, dunque, il regime forfettario non sarà più un regime destinato solo alle attività professionali “marginali”, ma potrà essere scelto da chi fattura fino a 65.000 euro all’anno. Non ci saranno limiti né per le spese per lavoro dipendente né per il valore dei beni strumentali, per cui anche chi ha un buon giro d’affari e dei collaboratori non sarà più soggetto all’Irpef per i redditi professionali ma potrà contare su:

  • flat tax al 15% sul reddito determinato applicando il coefficiente del 78% all’ammontare dei ricavi percepiti al netto degli oneri contributivi versati;
  • imposta ridotta al 5% per le nuove attività per i primi cinque anni;
  • niente ritenuta d’acconto sui compensi;
  • niente versamento di ritenute sulle retribuzioni erogate in quanto chi aderisce al regime non è sostituto d’imposta.

Risparmio anche sulla burocrazia: dal momento che il regime prevede la franchigia IVA e quindi l’imposta non va addebitata al cliente, non ci sono libri contabili da compilare ed in più c’è l’esclusione dalla fatturazione elettronica. Obbligatorio solo conservare documenti emessi e ricevuti e la certificazione dei compensi erogati.

La mini tassa per le nuove attività

Le norme che entreranno in vigore dal prossimo anno consentiranno anche di usufruire della tassazione super agevolata per chi avvia una nuova attività, con aliquota al 5% per i primi cinque anni. L’agevolazione è riservata a chi non ha esercitato, nei tre anni precedenti all’apertura della partita IVA, attività professionale o d’impresa, anche in forma associata o familiare, e non prosegua un’altra attività svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo, escluso il periodo di praticantato obbligatorio.

Flat tax anche per chi ha un lavoro dipendente

L’opzione per il forfettario, poi, potrà essere esercitata dal prossimo anno anche da chi ha redditi da lavoro o da pensione, a prescindere dal loro importo. Con un emendamento approvato nel corso dell’esame alla Camera è stato chiarito che restano esclusi solo coloro che svolgono attività prevalentemente nei confronti di uno dei datori di lavoro dei due anni precedenti o, in ogni caso, nei confronti di committenti direttamente o indirettamente riconducibili a questi. Divieto confermato, invece, in caso di contemporanea partecipazione a società di persone, associazioni e srl.

Flat tax, dal 2020 fino a 100.000 euro

Con le stesse regole, infine, a partire dal 2020 la flat tax sarà estesa anche a chi guadagna fino a 100.000 euro. In questo caso, però, l’aliquota sarà al 20% per la fascia oltre i 65.000 euro, e resterà l’obbligo di fatturazione elettronica.

Il nuovo passaggio parlamentare

Il testo del provvedimento passa ora al Senato per la seconda lettura. Probabile anche un ulteriore passaggio alla Camera, ma per la flat tax non si annunciano altre novità.

Leggi anche Regime forfettario con aliquota al 15%: tutte le caratteristiche

Articolo La Manovra 2019 amplia il regime forfettario: ecco come di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it

Legge di Bilancio 2018, edilizia: gli ultimi emendamenti approvati

Sono stati approvati quattro emendamenti alla Legge di Bilancio 2018 interessanti per l’edilizia: il primo emendamento introduce un fondo per la messa in sicurezza degli edifici pubblici, il secondo riguarda la messa in sicurezza del territorio e due emendamenti (uguali) sono per la ristrutturazione dell’edilizia sanitaria.

Legge di Bilancio 2018, emendamento per la sicurezza degli edifici pubblici

L’emendamento per la messa in sicurezza degli edifici pubblici prevede 30 milioni di euro ogni anno, dal 2018 al 2030. Saranno finanziati anche i costi connessi dalla redazione dei bandi di gara, alla definizione della sostenibilità finanziaria dei progetti. I dettagli verranno espressi da un decreto del Mit.

Gli enti locali che beneficeranno del Fondo dovranno, entro i tre mesi dalla comunicazione di ammissione al cofinanziamento, affidare la progettazione finanziata e, entro 18 mesi dall’approvazione del progetto definitivo, pubblicare il bando di gara per la progettazione esecutiva. Il Mit vigilerà sul rispetto delle regole.

Un altro emendamento approvato alla Manovra 2018 prevede più finanziamenti per gli investimenti dei Comuni per il ripristino e la messa in sicurezza del territorio, dopo danni derivanti da eventi metereologici eccezionali per cui sia stato dichiarato lo stato di emergenza nell’anno precedente alla richiesta di finanziamento.

Legge di Bilancio 2018, emendamenti per l’edilizia sanitaria

Due identici emendamenti (approvati) concedono più tempo alle Regioni e alle Province autonome per realizzare gli interventi del programma di ristrutturazione dell’edilizia sanitaria. In particolare, danno 30 mesi di tempo anziché 18 dalla sottoscrizione degli accordi di programma per l’attuazione degli interventi e più tempo, e 18 mesi invece di 9, per l’aggiudicazione.

Consigli di lettura sulla Legge di Bilancio 2018

Legge di Bilancio 2018: tutte le novità per i professionisti

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Guida pratica in forma ebook che illustra tutte le novità contenute nel testo definitivo della Legge di Bilancio 2018 presentato in Parlamento lo scorso 31 ottobre.La Manovra vale complessivamente 20,4 miliardi di euro e punta alla crescita con il sostegno agli investimenti e…


>>> Legge di Bilancio 2018, il testo finale e le novità per edilizia e professionisti

>>> Legge di Bilancio 2018, tempistiche di approvazione e riassuntone

Articolo Legge di Bilancio 2018, edilizia: gli ultimi emendamenti approvati di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it

Legge di Bilancio 2018 oggi in Senato: il riassuntone

Il 31 ottobre è iniziato l’iter parlamentare della Legge di Bilancio 2018. Il Senato sta analizzando oggi 29 novembre la Legge di Bilancio 2018. Per il decreto fiscale è stata posta la fiducia. Segui la diretta della discussione sulla Legge di Bilancio 2018.

In commissione Bilancio al Senato i lavori sugli emendamenti, che da oltre 4.000 si sono ridotti a 735, erano iniziati il 21 novembreL’Atto del Senateo 2960 è stato esaminato dalla Commissione Bilancio l’8 novembre. Le altre Commissioni hanno trasmesso i rapporti alla quinta Commissione l’8 novembre. Lunedì 6 e martedì 7 le Commissioni congiunte Bilancio di Senato e Camera hanno svolto una serie di audizioni preliminari all’esame del provvedimento. A questo link trovi il calendario dei lavori per l’approvazione della Manovra 2018 (fino al 25 novembre).

Manovra di Bilancio 2018: i contenuti

La Legge di Bilancio 2018, abbiamo visto qui, rimette mano ai bonus fiscali sui lavori edilizi. Le novità entreranno in vigore il 1° gennaio 2018, fino al 31 dicembre 2017 le cose rimarranno come sono. Però, proprio in vista dei cambiamenti, i proprietari devono valutare con attenzione se conviene accelerare o rinviare gli interventi.

>>> Clicca qui per scaricare il testo arrivato in Senato

Bonus Verde

Vuoi mettere i fiori nel terrazzo? Ti conviene aspettare che entri in vigore il Bonus Verde. Anche se alcune delle opere detraibili con il bonus giardini, come per esempio le recinzioni di sicurezza, sono già agevolabili al 50% con il bonus ristrutturazioni. Gli obiettivi principali del Bonus Verde sono quelli di far emergere interventi che oggi vengono pagati in nero e di innescare nuove tra vendite di piante.

Ricordiamo che lo sconto non è a persona ma a unità immobiliare: quindi se vuoi fare interventi su una casa e poi sull’altra (se ne possiedi due..), la detrazione del Bonus Verde vale su entrambe. Allo stesso modo, nel caso di interventi su parti comuni esterne di edifici condominiali, il limite va moltiplicato per il numero totale di unità abitative presenti. Leggi tutte le novità sul Bonus Verde 2018.

Cosa contiene il Bonus Verde 2018?

Ecobonus

Vuoi rifare gli infissi, la caldaia con impianto a condensazione o vuoi installare schermature solari? Ti conviene fare in fretta, perché l’Ecobonus per questo tipo di intervento ti permetterà una detrazione del 50% e non più del 65%, dal 2018. Tenendo presente che il testo della Manovra di Bilancio potrebbe cambiare ancora.

Se inizi i lavori adesso e paghi l’acconto entro il 2017 ma il saldo nel 2018, hai detrazioni diverse in base a quando fai bonifico. Per il 2018, visto che l’Ecobonus scende al 50%, potresti pensare di scegliere il 50% per la ristrutturazione e non l’ecobonus, per evitare la pratica con l’Enea e i requisiti prestazionali richiesti per beneficiare dell’ecobonus. Ma anche se sarà ridotto al 50%, l’ecobonus manterrà un plafond di spesa tutto suo: quindi, se usi 50% come “ecobonus” non intacchi i 96mila euro di spesa massima agevolabile con il 50% del bonus ristrutturazioni.

Riassumendo:
– detrazione al 65% anche per il 2018 degli interventi qualificati con riferimento, fino al 31 dicembre 2017, ai valori di trasmittanza termica del Dm 11 marzo 2011.
– detrazioni fino al 2021 su parti comuni dei condomìni con detrazione al 70% per gli interventi sull’involucro dell’edificio che interessano almeno il 25% della superficie disperdente lorda o con detrazione al 75% per i lavori che migliorano la prestazione invernale ed estiva (Dm 26 giugno 2015).
– detrazione 50% per finestre, caldaie con impianto a condensazione o installazione di schermature solari.

Per deliberare i lavori per il risparmio energetico l’assemblea di condominio potrà deliberare con il 50% + 1 dei presenti e almeno 334 millesimi. Per le opere di energia rinnovabile (impianti di cogenerazione, fonti eoliche, solari) occorrerà sempre il 50% + 1 dei presenti e almeno 500 millesimi.

Bonus ristrutturazioni

Confermato tale e quale. Leggi il quadro delle detrazioni 2017 e 2018 su bonus ristrutturazioni ed ecobonus.

Bonus Mobili

Bisogna fare attenzione anche per la proroga al 2018 del Bonus Mobili: la Manovra di Bilancio lo vincola ai lavori edilizi iniziati nel 2017 e chi ha iniziato le opere nel 2016 rischia di esser tagliato fuori, a meno che non avvii un nuovo cantiere quest’anno o nel 2018.

Sismabonus ed ecobonus strutturale procedono, invece, sulla loro strada, dal momento che la legge li ha già stabilizzati fino al 2021. Per il sisma bonus sarà possibile cedere il credito solo per i lavori condominiali sulle parti comuni.

Leggi anche Manovra 2018, Bonus mobili prorogato per un anno

Cessione del credito

Anche se finora la cessione del credito non ha funzionato molto, a causa anche dei continui mutamenti normativi, con la Manovra di Bilancio la cessione del credito per l’ecobonus sarà possibile anche per le opere eseguite sulle singole unità immobiliari, mentre adesso si può fare solo per i lavori sulle parti comuni condominiali.

Il sismabonus al 75 e 85% può essere ceduto da tutti i beneficiari a privati e fornitori. Gli incapienti possono cedere l’ecobonus al 65, 70 e 75% a soggetti privati e anche alle banche. Gli altri beneficiari non incapienti possono cedere l’ecobonus al 70 e 75% a tutti i privati ma non alle banche.

Il Governo vorrebbe, già da un paio d’anni, rendere facilmente cedibili i crediti fiscali, per consentire a chi è titolare di uno sconto di monetizzarlo immediatamente. Anziché pagare l’intervento e poi recuperare il beneficio con la dichiarazione dei redditi, sarà possibile saldare almeno una quota dei lavori direttamente con il trasferimento del bonus. Nel tempo sono arrivate diverse correzioni, l’ultima delle quali è nel Ddl di Bilancio.

Cedolare secca

Confermata anche la cedolare del 10% sugli affitti concordati, con dimezzamento della tassa rispetto agli affitti di mercato che pagano il 21%.

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Legge di Bilancio 2018: tutte le novità per i professionisti

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Source: Ediltecnico.it

Manovra 2018: Sismabonus, sale il tetto di spesa per i capannoni

Il ministero delle Infrastrutture sta tentando di risolvere, nella Legge di Bilancio 2018 in discussione al Senato, i limiti di spesa per la messa in sicurezza dei capannoni nel Sismabonus. La proposta di modifica è in fase di definizione.

Nella Legge di Bilancio 2017 era stato posto il limite di 96mila euro per unità immobiliare alle spese da portare in detrazione. Ma la norma, essendo stata scritta per i condomini, in cui è chiara la definizione di unità immobiliare, applicata ai capannoni non è chiarissima. Un capannone, nella Legge di Bilancio 2017, risulta un’unità immobiliare singola e, come tale, deve sottostare al limite unico di 96mila euro. Un svantaggio enorme per strutture che misurano anche migliaia di metri quadrati, sulle quali per la messa in sicurezza sarebbe necessario spendere molti più soldi.

Sismabonus per i capannoni: le proposte

La novità dovrebbe passare dalla Legge di Bilancio 2018 (quando verrà approvata?). La proposta giusta sembrava essere quella di un tetto di spesa modulare, che cresce con l’aumentare dei metri quadri, 96mila euro ogni 150, 200 o 300 metri quadri. Questa impostazione, però, discrimina il residenziale rispetto agli edifici produttivi. Anche per le abitazioni comuni, infatti, il tetto è unico.

Una seconda proposta era quella di cambiare lo schema e individuare un nuovo limite per i capannoni industriali: 480mila euro. Questo schema è stato bloccato subito perché potenzialmente troppo costoso.

Nelle ultime ore si sta ragionando su un limite tra i 200mila e i 300mila euro. Di sicuro, il tetto per il Sismabonus e messa in sicurezza antisismica dei capannoni sarà alzato.

Manovra di Bilancio 2018: e le disgnosi sismiche?

Non sarà risolto il problema delle diagnosi sismiche. Per ora, la diagnosi viene scontata solo se agganciata alla fase di cantiere: non c’è detrazione se si effettua la certificazione sismica dell’edificio senza effettuare un successivo intervento. Questa limitazione non sarà superata nella Legge di Bilancio 2018: incentivare le sole diagnosi costerebbe troppo.

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Source: Ediltecnico.it