Radon presente in casa: cosa bisogna fare per bonificare?

Il Radon è un elemento chimico naturale, facente parte della famiglia dei gas nobili, deriva dal decadimento nucleare del Radio, derivato a sua volta da quello dell’Uranio. La caratteristica principale è la sua radioattività ed essendo un gas è in grado di spostarsi agevolmente fra gli interstizi del terreno, risalire in superficie ed entrare all’interno delle abitazioni, dove può raggiungere concentrazioni alte concentrazioni e diventare molto pericoloso per gli abitanti.

Il pericolo per la salute dell’uomo è causato dai prodotti del decadimento nucleare, i quali essendo elettricamente carichi, si attaccano al pulviscolo presente nell’aria, che viene inalato mediante la respirazione e depositato nei tessuti polmonari, in particolare nell’albero bronchiale. A causa del Radon oggi in Italia muoiono circa 3.500 persone l’anno con una forbice che si allarga alle 6.000 unità: una vera strage.

Sullo stesso argomento, leggi anche l’articolo di Denis Sugan sulle strategie di intervento in caso di rischio di presenza di questo pericoloso gas radioattivo

Le fonti di ingresso del Radon nelle case

Tutti possiamo essere in pericolo.

Il Radon infatti ha molteplici vie di ingresso all’interno degli edifici,la dinamica di emissione e spostamento del Radon dal suolo all’interno delle case è complessa e dipende da svariati fattori.

I principali sono:

– Il grado di fratturazione delle rocce, in quanto all’interno di rocce compatte il Radon rimane imprigionato, mentre in quelle fratturate può muoversi liberamente; può inoltre essere veicolato da acque contaminate, direttamente o tramite i suoi predecessori (Uranio e Radio), che decadendo lo liberano nel terreno.

– La permeabilità del terreno, dato che più un terreno è permeabile, più è facile che il Radon riesca ad arrivare in superficie, tramite correnti d’aria o fuoriuscita di acqua sorgiva Al contrario un terreno compatto, ad alta presenza di limo e argilla, può costituire una forte barriera alla sua diffusione.

– Le variazioni di temperatura e di pressione dell’aria tra l’interno e l’esterno degli edifici, che provoca oscillazioni stagionali e giornaliere delle concentrazioni di Radon. In genere tali concentrazioni sono maggiori d’inverno che d’estate e durante la notte che durante il giorno. Dipendendo da svariati fattori, tali situazioni sono comunque molto variabili.

Gli edifici svolgono un ruolo attivo, in quanto a causa dei moti convettivi dovuti al riscaldamento, si crea un effetto camino che porta ad avere una depressione nei piani bassi dell’edificio, favorendo così l’ingresso del Radon.

Altri fattori causa di depressione all’interno degli ambienti sono le canne fumarie, impianti di scarico, aspiratori meccanici ed il vento.

L’infiltrazione nelle abitazioni può avvenire in diversi punti:

– crepe e giunti in pavimenti e pareti, fori di passaggio dei cavi, tubazioni e fognature;

– pozzetti ed aperture di controllo;

– prese di luce ed altre aperture nelle pareti delle cantine, camini, ascensori, montacarichi;

– componenti costruttivi permeabili quali solai in legno, laterizi forati, muri in pietra e simili.

Per approfondire ulteriormente anche gli altri inquinanti indoor, consigliamo di leggere questo breve decalogo per prevenire l’inquinamento in casa

Radon presente in casa: cosa fare

La prima cosa da fare se si abita o si lavora in edifici sospetti, è quella di misurare la concentrazione negli ambienti chiusi. Le misurazioni devono coprire un intero anno solare poiché i valori del Radon sono variabili nell’arco della giornata e dell’anno. Ci si può rivolgere a tecnici esperti qualificati / come gli Esperti in Edificio Salubre, oppure, con una piccola spesa (circa 30/40 € inclusa l’analisi di laboratorio), si può acquistare un kit per la misurazione fai da te. Il dispositivo per la misurazione è un dosimetro molto piccolo va  posizionato nell’ambiente che si vuole monitorare e, al termine dell’esposizione, va restituito per l’analisi. Di solito per le analisi e la relazione si da incarico all’Arpa locale, all’Enea, ma esistono molti laboratori privati.

Bonifica da Radon

Una volta accertata la presenza di Radon, si può diminuirne la pericolosità con il supporto di un tecnico che decide quale azione di rimedio più appropriata può essere vantaggiosa per risolvere la problematica. Le azioni di rimedio sono:

  • depressurizzazione del terreno, aerazione degli ambienti;
  • aspirazione dell’aria interna specialmente in cantina;
  • pressurizzazione dell’edificio, ventilazione forzata del vespaio;
  • impermeabilizzazione del pavimento;
  • sigillatura di crepe e fessure;
  • isolamento di porte comunicanti con le cantine;
  • ventilazione forzata del vespaio.

I costi di bonifica, in base alla concentrazione di gas e alla struttura dell’edificio, possono variare da 500 a 3.000 €. Il metodo più efficace ed immediato – ma provvisorio e, d’inverno sicuramente  dispendioso – per liberarsi del gas è arieggiare correttamente ad esempio le finestre devono essere aperte almeno tre volte al giorno per dieci minuti, iniziando dai locali posti ai livelli più bassi; la chiusura, invece, deve iniziare dai piani più alti, per limitare l’effetto “camino”.

Il problema è differente per gli edifici nuovi. Una semplice prevenzione può ridurre il rischio e limitare i costi: intervenendo già in fase di predisposizione dei piani urbanistici e, soprattutto, di progettazione degli edifici. È indispensabile, ad esempio, monitorare il terreno anche dopo lo scavo delle fondazioni, isolare l’edificio dal suolo mediante vespai o pavimenti galleggianti ben ventilati, impermeabilizzare i pavimenti e le pareti delle cantine con guaine isolanti, evitare collegamenti diretti con interrati o seminterrati, isolare le canalizzazioni degli impianti, usare materiali non sospetti: sabbia, ghiaia, calce sono quasi sempre innocui; così come la pietra calcarea, il gesso naturale, il legno, il cemento puro e quello alleggerito.

Entro il 2018 per tutti i luoghi di attività “aperti al pubblico” sarà necessaria la valutazione certificata Radioattività GAS RADON

Il 17 gennaio 2014 è stata pubblicata sulla gazzetta ufficiale Europea la Direttiva 2013/59/Euratom che rivoluziona il campo delle radiazioni ionizzanti ed in particolare del Radon. In particolare, l’Italia entro il 6 febbraio 2018 dovrà emanare delle disposizioni nazionali che attuino tali indicazioni europee.

Tutti gli articoli dedicati alla salubrità degli edifici sono raccolti nel nostro Dossier Inquinamento Indoor.

Un’opportunità per i tecnici del settore edile

Considerato che la norma prevede per tutti i luoghi di attività “aperti al pubblico” e per quelli che comunque hanno vani interrati e seminterrati, ci sarà l’obbligo di verifica da parte del datore di lavoro della concentrazione del Radon, mediante monitoraggio con uso di dosimetri passivi da parte di laboratori autorizzati, sarà necessario collocare i dosimetri all’interno delle strutture. I risultati del monitoraggio che avverrà nell’arco dei 12 mesi come previsto dalla normativa, insieme alla  relazione di un tecnico  Esperto, dovranno poi essere trasmessi al Comune di appartenenza ed all’ARPA.

La stessa procedura dovrà poi essere ripetuta ogni 5 anni

In caso di mancata trasmissione delle misurazioni entro diciotto mesi dalla data di entrata in vigore dalla legge, il Comune deve intimare, con ordinanza, la trasmissione delle misurazioni svolte, concedendo un termine non superiore a trenta giorni, la cui eventuale e infruttuosa scadenza comporta la sospensione della certificazione di agibilità e conseguente sospensione dell’attività esercitata.

Appare quindi evidente che i locali aperti al pubblico e le strutture ricettive  devono iniziare immediatamente il monitoraggio per due semestri al fine di poter rispettare l’obbligo di scadenza. Visti i tempi ristretti imposti dalla norma e soprattutto la delicatezza della sanzione (sospensione agibilità e attività) occorre procedere con sollecitudine all’avvio del monitoraggio e se la concentrazione di radon supera il livello d’azione (pari a 500 Bq m-3), il datore di lavoro è obbligato ad intraprendere azioni finalizzate alla riduzione dell’esposizione al radon dei lavoratori e degli occupanti. Gli Amministratori di Condominio sono tenuti ad attivarsi, soprattutto per gli immobili che includono attività commerciali, uffici, studi, laboratori, palestre, ect.

Per poter adempiere all’incarico si suggerisce al tecnico di acquisire:

  • la planimetria degli immobili, per l’individuazione delle aree da monitorare
  • l’autorizzazione ad acquisire tre preventivi dagli Enti preposti (Arpa, Enea, ecc) per l’acquisizione dei dosimetri e la relazione finale.

È bene a titolo informativo che il tecnico faccia presente ai committenti che il radon non ha effetti dannosi immediati, ma solo tardivi e solo da una ventina d’anni è stato riconosciuto la causa dei tumori polmonari e in Italia rappresenta la seconda causa di morte dopo il fumo di sigaretta. L’esposizione degli affittuari , dei lavoratori, degli impiegati, espone i proprietari ed i  titolari delle licenze commerciali, di ristoro, ecc. alla responsabilità per danni alla salute, la cui tutela giuridica trova il suo fondamento normativo nella Carta Costituzionale ( artt. 2, 3, 32 Cost. ), che ha dato i suoi frutti a partire dagli anni 70, con importanti sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione.

La casa salubre

La casa salubre

Del Corno Barbara, Pennisi Alessandra, 2014, Maggioli Editore

Una casa, per essere definita ?salubre?,?deve rispondere a molteplici requisiti che garantiscano il benessere di chi la abita.
Gli elementi principali sono:? benessere ambientale, legato a fattori quali temperatura, umidit?, ventilazione e luminosit?? salubrit? dei materiali utilizzati?…


Articolo Radon presente in casa: cosa bisogna fare per bonificare? di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it