L’acquisto crediti da Bonus Edilizi non genera reddito imponibile per lo studio professionale

Acquistare crediti fiscali per pagare le imposte. Un’operazione tanto più conveniente quanto più basso è il prezzo di acquisto. Ma il vantaggio economico che si ricava è a sua volta soggetto a tassazione?

Un interrogativo che si sono posti in molti, ora che sono attive diverse piattaforme private per la cessione dei crediti a partire da quelli di Superbonus, che consentono di effettuare acquisti a tutti i soggetti interessati.

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I dubbi sono stati risolti una volta per tutte dall’Agenzia delle Entrate con la riposta 472 del 30 novembre scorso che apre a nuove possibilità di effettuare operazioni di questo tipo per tutti coloro che non hanno redditi da imprese e non hanno svolto alcuna attività professionale nei confronti del soggetto che cede il credito.

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Acquisto crediti come operazione finanziaria

Il quesito al quale le Entrate hanno fornito risposta nasce da un’associazione di dottori commercialisti, uno studio associato, che intende acquistare un credito fiscale da Superbonus ceduto da un loro cliente. Si tratta di un’operazione di tipo strettamente economico, in quanto né lo studio in quanto tale né i singoli professionisti hanno svolto alcun tipo di attività legata al Superbonus nei confronti del cliente, neppure l’emissione del visto di conformità sulla pratica. Il credito, quindi, non viene acquistato come corrispettivo di una prestazione.

Ma visto che l’acquisto avviene ad un prezzo inferiore al valore degli stessi crediti, dovrà essere tassato o no il “differenziale positivo” che risulta dall’operazione, o si deve tener conto del fatto che in questo caso non c’è stata alcuna prestazione professionale?

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Le regole per i professionisti

Come chiarito dall’Agenzia nella circolare 23/2022, se un professionista appone il visto di conformità applicando lo sconto in fattura, l’intero importo del credito ottenuto a fronte dello sconto, pari al 110%, costituisce un provento percepito nell’esercizio dell’attività professionale e, pertanto, assoggettato a tassazione ai sensi dell’articolo 54 del TUIR che prevede l’imponibilità dei “corrispettivi percepiti a seguito di cessione della clientela o di elementi immateriali comunque riferibili all’attività artistica o professionale”.

Quindi anche se la prestazione è pari, ad esempio a 500 euro, dal momento che il credito ottenuto è di 550 euro, l’Agenzia ritiene che debba essere soggetto a tassazione questo intero importo, e non il valore della semplice prestazione.

Tuttavia nel caso dello studio associato non viene fornita alcuna prestazione professionale, né lo studio genera reddito d’impresa.

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La tassazione per le imprese

Un’impresa che acquista un credito d’imposta pagandolo meno rispetto al suo valore utilizzabile in compensazione, infatti, come precisato nella risposta 105/2020, deve tassare la sopravvenienza attiva, ai sensi dell’articolo 88 del TUIR.

L’importo corrisponde alla differenza tra il valore nominale e il costo di acquisto, e va dichiarato nell’esercizio in cui il credito è acquisito. Non è però questo il caso, dato che l’associazione non produce questa tipologia di redditi.

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Associazione e tassazione

Le associazione professionali senza personalità giuridica costituite tra persone fisiche per l’esercizio in forma associata di arti e professioni, ricorda infatti l’Agenzia, sono assimilate alle società semplici in ragione della presenza dei medesimi elementi costitutivi. Questo comporta che non possono svolgere attività d’impresa e che il proprio reddito imponibile costituito dalla sommatoria delle singole categorie di reddito indicate all’art. 6 del TUIR, e imputato per trasparenza in capo a ciascun associato e assoggettato a IRPEF.

Quindi ai fini della tassazione occorre verificare se il ”provento” (che si determina tra la somma impiegata per acquisire il credito e il valore nominale dello stesso) rientri tra i redditi di capitale, i redditi di lavoro autonomo o i redditi diversi di cui, rispettivamente, agli articoli 44, 53 e 67 del TUIR.

Ai fini IRPEF, infatti, solo se si ha un arricchimento inquadrabile in una delle categorie reddituali individuate dalla normativa il “provento” è soggetto a tassazione.

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Niente norme ad hoc, nessuna tassazione

Analizzando le voci una per una, l’Agenzia ritiene che il differenziale dato dal conto di acquisto del credito e importo utilizzabile in compensazione non rientri in nessuna delle categorie di reddito individuate dalla legge in quanto:

  • non costituisce un impiego di capitale e, quindi, non può essere considerato un reddito di capitale;
  • non può essere considerato un reddito di lavoro autonomo in quanto per il suo calcolo si considera la differenza tra l’ammontare dei compensi in denaro o in natura percepiti nel periodo d’imposta, e per quanto ampia, la nozione di 兎lementi immateriali・ non include i differenziali derivanti dall’acquisto di crediti di imposta a un valore inferiore a quello nominale;
  • non rientra neanche tra i redditi dal carattere eterogeneo e residuale rispetto alle altre categorie tra le quali le plusvalenze derivanti dalla cessione a titolo oneroso, ovvero dal rimborso di titoli o certificati di massa.

Quindi, conclude l’Agenzia, in assenza di una espressa previsione normativa, volta ad attribuire rilevanza reddituale all’eventuale differenziale positivo tra l’importo nominale del credito e il prezzo di acquisto dello stesso, e stante la non riconducibilità di tale differenziale in una delle categorie reddituali previste dal TUIR, si ritiene che detto acquisto non genera reddito imponibile in capo all’associazione.

In sostanza per tutti i professionisti è possibile acquistare crediti d’imposta ad un prezzo più basso del valore nominale senza essere soggetti a tassazione sul differenziale tra prezzo e importo utilizzabile in compensazione.

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Legittima la modifica di destinazione d’uso decisa dall’assemblea con delibera condominiale

La giurisprudenza ha già avuto modo di puntualizzare che la delibera assembleare di destinazione di aree condominiali scoperte in parte a parcheggio autovetture dei singoli condomini ed in parte a parco giochi ha ad oggetto un’innovazione diretta al miglioramento o all’uso più comodo o al maggior rendimento della cosa comune (Cass. civ., sez. II, 29 dicembre 2004, n. 24146) e che la deliberazione di destinazione a parcheggio di un cortile è diretta a disciplinare le modalità d’uso del detto bene comune (Cass. civ., sez. II, 8 novembre 2004, n. 21287), stabilendo, in entrambi i casi, la legittimità delle delibere adottate anche soltanto a maggioranza.

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Vediamo di seguito cosa prevede l’articolo 1117-ter del Codice Civile. Il presente testo è estratto dal volume Parti comuni ed esclusive in condominio di Giuseppe Bordolli, edito da Maggioli Editore.

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Modifica destinazione d’uso: il ruolo dell’assemblea

Il concetto è stato recentemente ribadito. Quindi a maggioranza è possibile destinare una parte del giardino o del cortile condominiale a parco giochi per i bambini o a parcheggio oppure trasformare l’ex portineria in un asilo nido, in una lavanderia o in un deposito per biciclette.

Da notare che le delibere possono riguardare sia la destinazione di un bene comune che non è utilizzato perché è cessata la sua destinazione originaria (si pensi a un ex locale caldaia o alla ex portineria) sia una modificazione della destinazione esistente.

Quindi secondo la giurisprudenza è legittima la trasformazione di una parte del giardino condominiale in parcheggio decisa dall’assemblea con una delibera. L’articolo 1117-ter, a prima vista, sembra riprodurre i risultati che la giurisprudenza ha acquisito in ordine al fenomeno delle “innovazioni” (già disciplinato dagli artt. 1120 e 1121 c.c.) e per la quale è innovazione non solo l’opera nuova ma anche il “mutamento della destinazione originaria” del bene. Ma così non è.

Detto articolo infatti sembra ammettere la possibilità che un bene/impianto comune possa essere “trasformato” fino a consentirne un uso completamente estraneo rispetto alla sua originaria destinazione oggettiva e strutturale. Si tratta di situazioni in cui alcuni condomini  possono subire diminuzioni dei loro diritti: si pensi al caso del condominio con accesso dal giardino che a seguito di delibera viene trasformato in piscina o campo da tennis.

Si pensi al caso del condomino che ha scelto un appartamento in un condominio perché tranquillo e poi viene con delibera modificato l’uso del cortile comune per realizzarne un supermercato.

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Quanto sopra trova conferma:

  • nella maggioranza (che non viene specificato se detto quorum vale per la prima o la seconda convocazione) richiesta per approvare detti interventi (quattro quinti del valore dell’edificio, cioè, 800/1000, oltre 4/5 partecipanti al condominio), così elevata da apparire “normalmente” irraggiungibile (quanto meno rispetto alle “presenze” ottenibili solitamente in assemblea);
  • nel fatto che l’art. 1117-ter precisi come dette trasformazioni non possano recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato o alterare il decoro architettonico ma non menzioni il divieto di rendere talune parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino, divieto che invece continuerebbe a trovare applicazione per le innovazioni ai sensi del predetto articolo 1120.

In ogni caso per l’approvazione della delibera è previsto un procedimento aggravato di convocazione diretto a garantire il massimo di conoscibilità della proposta.

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Il contenuto della lettera di convocazione dell’assemblea

Per quanto riguarda le modalità della convocazione dell’assemblea viene previsto che la lettera di convocazione:

  1. deve essere affissa per non meno di trenta giorni consecutivi nei locali di maggior uso comune o negli spazi a tal fine destinati;
  2. deve effettuarsi mediante lettera raccomandata o equipollenti mezzi telematici, in modo da pervenire almeno venti giorni prima della data di convocazione.

Per quanto riguarda il contenuto la lettera di convocazione dell’assemblea, a pena di nullità, deve indicare le parti comuni oggetto della modificazione e la nuova destinazione d’uso. Per quanto riguarda il contenuto del verbale assembleare la deliberazione deve contenere la dichiarazione espressa che sono stati effettuati gli adempimenti.

In ogni caso l’assemblea non può approvare le modificazioni delle destinazioni d’uso che possono recare pregiudizio alla stabilità o alla sicurezza del fabbricato o che ne alterano il decoro architettonico (sarà poi eventualmente il giudice di merito a stabilire caso per caso se questo è invece avvenuto).

A tale proposito merita di essere sottolineato che non si precisa come siano illegittime anche le modificazioni della destinazione d’uso che rendono talune parti comuni dell’edificio inservibili all’uso o al godimento anche di un solo condomino, divieto che invece continuerebbe a trovare applicazione per le innovazioni ai sensi del predetto articolo 1120.

In ogni caso la modifica approvata dall’assemblea non deve essere esplicitamente vietata da una norma del regolamento condominiale di natura contrattuale.

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Per saperne di più, continua a leggere dal volume


Parti comuni ed esclusive in condominio


Parti comuni ed esclusive in condominio

Il volume illustra la nuova elencazione delle parti comuni (art. 1117 c.c.) che, oltre a considerare il multiproprietario come condomino, estende in modo evidente la disciplina condominiale al fenomeno del supercondominio ma anche al condhotel, fattispecie recentemente introdotta nel nostro ordinamento.

Si prendono in considerazione anche le parti comuni del supercondominio, condominio minimo e condominio parziale.

Sono analizzate inoltre le modifiche in materia di mutamento di destinazione d’uso delle parti comuni.

Non manca poi un capitolo dedicato all’uso delle parti comuni, evidenziando il nuovo orientamento della Cassazione che sembra favorire sempre più un utilizzo maggiormente rispondente all’esigenze dei condomini.

Vengono prese in considerazione inoltre le innovazioni con particolare riguardo a quelle di “interesse sociale” e a quelle legate al fenomeno superbonus 110% (fotovoltaico, colonnine di ricarica, cappotto termico, ecc.), prendendo in considerazione le importanti novità legate all’installazione di un ascensore.

Viene approfondito poi il tema della sopraelevazione in condominio con accurato esame delle questioni legate ai limiti del sopralzo.

Infine viene affrontato il tema del perimento dell’edificio condominiale; conclude l’opera il problema delle opere nelle parti esclusive e dei limiti regolamentari all’utilizzo delle porzioni private.

Giuseppe Bordolli
Mediatore e docente in corsi di formazione per le professioni immobiliari, è esperto di Diritto immobiliare con pluriennale esperienza in attività di consulenza per amministrazioni condominiali e società di intermediazione immobiliare. Attualmente è direttore editoriale del sito Condominioweb. È collaboratore del Quotidiano condominio 24 ore, di Diritto.it e di varie riviste di diritto immobiliare. Autore di numerose pubblicazioni in materia.

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Giuseppe Bordolli, 2021, Maggioli Editore
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Distanze in edilizia: un webinar di approfondimento normativo e pratico

Il regime delle distanze in edilizia è un argomento che continua ad essere oggetto di controversie e a registrare contrasti sia a livello normativo (tra fonti) sia a livello applicativo (ambito civilistico ed ambito amministrativo).

Per questo è stato organizzato il corso online Il regime delle distanze in edilizia: Normativa di riferimento, casistica e ipotesi di deroga, criteri di misurazione, rapporti con la disciplina edilizia e urbanistica, vincoli e giurisprudenza rilevante (III edizione), che si terrà nei giorni 27 e 28 marzo 2024, dalle 14:00 alle 18:00.

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Il webinar – a cura degli esperti Romolo Balasso e Pierfrancesco Zen, autori del volume Il regime delle distanze in edilizia – mira a fornire tutti gli strumenti necessari per padroneggiare il tema, fornendo l’inquadramento normativo di riferimento e la posizione della giurisprudenza, mediante l’esame concreto delle diverse casistiche che si possono verificare.

Ampio spazio sarà dato anche alla parte pratica, con l’analisi di fattispecie quali le pareti finestrate, il rapporto con le strade e i vincoli, le deroghe, ecc. Durante il corso – rivolto soprattutto a professionisti tecnici, operatori degli Uffici Tecnici degli enti locali, avvocati e giuristi specializzati in materia di edilizia e urbanistica – sarà possibile confrontarsi con i docenti per porre domande e casi applicativi.

Richiesto l’accreditamento per la formazione continua degli Architetti, dei Geometri e Geometri Laureati e degli Avvocati.

La quota di iscrizione comprende: accesso alla diretta del corso, materiale didattico e possibilità di rivedere la registrazione per 365 giorni.

Webinar Distanze in edilizia, programma

  • Introduzione al tema
  • Le distanze legali in edilizia
  • Normativa essenziale
  • Il rapporto del regime delle distanze con altre discipline
  • I principi fondamentali
  • Nozioni fondamentali
  • Criteri di misurazione delle distanze tra le costruzioni
  • Derogabilità al regime delle distanze in edilizia
  • Le distanze negli interventi di demolizione e ricostruzione
  • Violazioni in materia di distanze
  • Casi giurisprudenziali

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Docenti Distanze in edilizia

Romolo Balasso è un architetto libero professionista che ha orientato la propria attività professionale nell’ambito tecnico-giuridico. Consulente, formatore, relatore in diversi convegni e seminari su tutto il territorio nazionale e autore di varie pubblicazioni, è stato promotore e fondatore del centro studi tecnico-giuridici Tecnojus, per il quale ricopre la carica di presidente.

Pierfrancesco Zen è invece avvocato (Foro di Padova), appartenente all’Associazione Avvocati Amministrativisti del Veneto e cofondatore del Centro Studi Tecnojus, nonché formatore e autore di diverse pubblicazioni letterarie e giuridiche, specialmente in materia di Diritto amministrativo e civile.

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Batterie: gli ioni di litio la chiave per efficienza e sostenibilità

La diffusione delle batterie agli ioni di litio è sotto gli occhi di tutti, e ha interessato settori molto diversi tra loro. Una tipologia di batterie che ha coinvolto, tra gli altri, sia il comparto dei dispositivi mobile, sia quello dei veicoli. In questo ultimo ambito, ad esempio, a trarre vantaggio dalla tecnologia al litio sono autovetture e veicoli industriali.

L’adozione di tali batterie, è ritenuta di fondamentale importanza anche da chiunque miri a realizzare i cosiddetti “magazzini intelligenti”, affiancandole alla ricerca di una maggiore automazione, all’utilizzo dei Big data e alla connettività tra i reparti.

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Batterie agli ioni di litio: le alternative esistenti

Il ricorso sempre più frequente alle batterie agli ioni di litio è legato ai tanti vantaggi associati a tale tecnologia. Prima di esaminarli nel dettaglio è importante ricordare come il continuo progresso tecnologico abbia già portato a ipotizzare, per il prossimo futuro, un possibile sorpasso da parte di altre soluzioni, ritenute potenzialmente ancora più performanti.

L’idrogeno e gli ioni di sodio sembrano essere destinati a recitare un ruolo da protagonisti.

Il primo è già divenuto popolare nell’industria grazie al fatto di essere ritenuto ancora più sostenibile degli ioni di litio. Veicoli industriali come i carrelli elevatori potrebbero così adottare un combustibile estremamente pulito, nonostante gli ioni di litio non difettino da questo punto di vista, rendendo più salubri gli ambienti in cui si trovano a operare.

Per quanto concerne gli ioni di sodio, il loro maggior impiego è favorito dalla considerazione che una percentuale elevata delle tecnologie utilizzate per produrre celle al sodio presenta diversi punti in comune con le tecniche di produzione delle celle agli ioni di litio. Di conseguenza, sarà possibile convertire gli impianti limitando i costi.

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I vantaggi derivanti dall’utilizzo delle batterie agli ioni di litio

Il successo riscosso dalle batterie al litio è indissolubilmente legato a una lunga serie di vantaggi. I più importanti sono riassumibili nella seguente lista:

  • alta densità energetica;
  • dimensioni contenute e leggerezza;
  • tasso di autoscaricamento ridotto;
  • effetto memoria praticamente nullo;
  • Necessità limitata di manutenzione;
  • ricarica veloce;
  • lunga durata.

In primis, queste batterie si caratterizzano per una capacità energetica elevata senza risultare eccessivamente ingombranti. Un vantaggio evidente soprattutto nella produzione di smartphone e altri dispositivi portatili. La compattezza, unita alla leggerezza, le rende l’opzione ideale quando fattore di forma e peso sono ritenuti fondamentali.

Per quanto concerne il tasso di autoscarico, questo è normalmente inferiore al 3% mensile. Il confronto con le batterie al nichel-metallo idruro (20%) è impietoso. Il risultato è che le batterie agli ioni di litio garantiscono una lunga funzionalità. E, oltretutto, non hanno problemi nel sopportare un numero elevatissimo di cicli di ricarica. Alcuni modelli, dopo aver subìto 500 cicli di ricarica conservano ancora l’80% della capacità iniziale. I più avanzati si spingono oltre, potendo essere impiegati anche dopo 2000 cicli.

In merito all’effetto memoria, ossia la perdita della capacità energetica massima, occorre sottolineare come lo stesso contribuisca in maniera significativa a prolungare la durata delle batterie agli ioni di litio.

Il ricorso limitato alla manutenzione, volta a garantirne le prestazioni, rappresenta un ulteriore punto di forza. Interventi ridotti significano costi minori da sopportare. Sono l’effetto memoria nullo (o incredibilmente ridotto) e la bassa autoscarica a diradare gli interventi.

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Le applicazioni: dove le batterie trovano un impiego più frequente?

In ambito industriale, le batterie agli ioni di litio si distinguono a livello di efficienza, avvantaggiando ad esempio chi ne fa uso per i veicoli che operano in magazzino, riducendo i costi e non solo. Ma la disponibilità sul mercato di una molteplicità di forme e dimensioni ha portato le batterie a divenire la soluzione ottimale anche per molti altri settori.

Tra le applicazioni di maggiore interesse rientrano certamente l’utilizzo come alimentazione di emergenza, pronta a entrare in gioco in caso di necessità. Ecco perché appaiono sempre più spesso nei computer e in campo medico. Rappresentano anche la tecnologia più adatta, data la velocità dei cicli di ricarica, per accumulare energia nelle unità di energia solare. Come già indicato in precedenza, le batterie in oggetto costituiscono un’ottima fonte di alimentazione portatile, ed esercitano un ruolo di prim’ordine nell’industria delle automobili elettriche e della mobilità in generale. Veicoli alimentati in questo modo assicurano un inquinamento minore dei combustibili fossili.

Sono sicure e affidabili e risultano molto versatili: ecco perché il ricorso sempre più marcato alle batterie di litio non stupisce più gli addetti ai lavori. E se per il futuro si stanno già prospettando alternative potenzialmente ancora più performanti, questa tecnologia è ancora destinata a durare a lungo. Idrogeno e ioni di sodio sono comunque alle porte, pronti ad affiancarsi e, più avanti, a proporsi come sostituti.

Per ulteriori informazioni
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Istituite nuove causali F24 Inarcassa: ecco quali sono

La richiesta di nuove causali contributo era stata presentata (con nota protocollo n. 62 del 16/11/2023) all’Agenzia delle Entrate dalla Cassa di previdenza degli ingegneri e degli architetti liberi professionisti.

In risposta, Entrate ha pubblicato la Risoluzione n. 66/E del 4 dicembre 2023 attraverso la quale introduce 11 causali aggiuntive rispetto alle 6 già previste con la risoluzione n. 22/E del 12 maggio 2020.

Ricordiamo che tra l’Agenzia delle Entrate e Inarcassa è stata stipulata una convenzione che regola il servizio di riscossione, mediante il modello F24, dei contributi previdenziali e assistenziali dovuti dagli iscritti alla Cassa.

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Vediamo nello specifico quali sono le nuove 11 causali F24 Inarcassa.

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11 nuove causali F24 Inarcassa

Nella Risoluzione delle Entrate viene precisato che con il decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 10 gennaio 2014, emanato di concerto con il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, è stato previsto che il sistema dei versamenti unitari e la compensazione (previsti dall’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241) si applicano, tra gli altri, anche ad Inarcassa.

Entrate istituisce le nuove 11 causali contributo:

  1. “E111” denominata “INARCASSA – contributi e interessi da riscatto deroga soggettivo”
  2. “E112” denominata “INARCASSA – contributi e interessi da ricongiunzione”
  3. “E113” denominata “INARCASSA – contributi e interessi da riscatto”
  4. “E114” denominata “INARCASSA – contributo soggettivo facoltativo”
  5. “E115” denominata “INARCASSA – integrazione contribuzione ridotta giovani soggettiva e integrativa”
  6. “E116” denominata “INARCASSA – contributo soggettivo anni precedenti”
  7. “E117” denominata “INARCASSA – contributo integrativo anni precedenti”
  8. “E118” denominata “INARCASSA – sanzioni e interessi soggettivo”
  9. “E119” denominata “INARCASSA – sanzioni e interessi integrativo”
  10. “E120” denominata “INARCASSA – interessi maternità / paternità”
  11. “E121” denominata “INARCASSA – oneri di recupero”

In sede di compilazione dell’F24, le causali sono esposte nella sezione “Altri enti previdenziali e assicurativi” (secondo riquadro), nel campo “causale contributo”, in corrispondenza delle somme indicate nella colonna “importi a debito versati”, riportando:

  • nel campo “codice ente”, il codice “0011”
  • nel campo “codice sede”, nessun valore
  • nel campo “codice posizione”, nessun valore
  • nel campo “periodo di riferimento: da mm/aaaa a mm/aaaa”, il mese e l’anno di competenza del contributo da versare, nel formato “MM/AAAA”

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Guida al regime forfettario per professionisti tecnici - e-Book in pdf


Guida al regime forfettario per professionisti tecnici – e-Book in pdf

Il regime forfettario è una scelta vincente per chi si appresta ad iniziare la professione o l’attività autonoma.

La possibilità di fatturare senza IVA rende più convenienti per i clienti le prestazioni di chi fa questa scelta, e per i primi cinque si pagano le imposte con la tassa ultraridotta al 5%, che sale poi al 15% a regime.

Ma come si aderisce a questo regime fiscale privilegiato?

L’eBook fornisce tutte le risposte in maniera chiara e semplice, illustrando le regole e i soggetti ammessi (oltre ai casi in cui non è possibile optare per questa opzione).

Vengono forniti dei calcoli di convenienza per aiutare a decidere se aderire o meno al forfettario e si spiegano bene gli aspetti relativi al regime IVA, agli obblighi e al meccanismo della flat tax

Lisa De Simone
Esperta in materia legislativa, si occupa di disposizioni normative e di giurisprudenza di interesse per il cittadino. Collabora da anni con Maggioli Editore, curando alcune rubriche on line di informazione quotidiana con particolare attenzione alle sentenze della Corte di Cassazione in materia fiscale e condominiale.

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Lisa De Simone, 2023, Maggioli Editore
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Foto:iSrock.com/diego_cervo

Articolo Istituite nuove causali F24 Inarcassa: ecco quali sono di Ediltecnico.

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Fotovoltaico d’inverno: da ENEA le istruzioni per l’uso

I 12 efficaci consigli, per sfruttare al meglio anche d’inverno gli impianti fotovoltaici, sono contenuti nel poster ENEA, realizzato con il supporto di ISNOVA e Logical Soft, nell’ambito della campagna “Italia in Classe A” dedicata all’efficienza energetica e promossa dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.

Quali sono gli accorgimenti da seguire per migliorare l’efficienza degli impianti installati sui tetti delle abitazioni? I consigli sono rivolti sia agli utenti che già dispongono di un impianto fotovoltaico, sia a chi intende installare un impianto per la prima volta.

ENEA riprende un po’ di dati e ricorda che sono oltre un milione gli impianti domestici, l’82,5% dei circa 1,23 milioni totali in funzione in Italia nel 2022 [dati GSE 2022].

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Facile e quasi scontata, ma la prima attenzione da avere è quella verso l’orientamento, l’inclinazione e le ombre. Poi, tra gli altri, nel poster ENEA fotovoltaico, ci sono consigli su: batterie, abitudini di consumo energetico, manutenzione impianti e soluzioni Plug&Play (detto anche fotovoltaico da balcone).

Gli autori del poster sono: Nicolandrea Calabrese per ENEA, Alberto Boriani per ISNOVA e Annachiara Castagna per Logical Soft, opinion leader della campagna “Italia in Classe A”.

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Fotovoltaico: quali sono le ore migliori per la produzione di energia?

Le ore migliori per la produzione di energia da impianto fotovoltaico sono generalmente quelle nel momento in cui il sole è alto e la luce solare è più intensa. L’intensità del calore solare non incide sul buon funzionamento dei moduli fotovoltaici che garantiscono la produzione di energia anche durante la stagione fredda.

Da uno studio ENEA è emerso che in una giornata tipo di novembre, un impianto fotovoltaico domestico standard da 4,5 kW riesce ad assicurare la massima potenza elettrica di progetto tra le 11:00 e le 14:00, mentre dopo le 16:30 la produzione di energia si ferma. Interessanti considerazioni riguardano il sistema di accumulo che alle ore 12 risultava già completamente carico. Per tale motivo, ENEA consiglia, da quel momento in poi, di consumare tutta l’energia elettrica prodotta.

La riduzione delle ore di luce solare, durante l’inverno, rende necessaria l’attuazione di best practice. Nicolandrea Calabrese, responsabile del Laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano, spiega che “In inverno è necessario ripensare il proprio modo di consumare energia. In estate paradossalmente è meno importante saper usare l’impianto, visto che produce per tante ore al giorno e senza, in generale, le problematiche legate a condizioni meteorologiche avverse”.

Inoltre aggiunge: “Il fotovoltaico può essere una valida soluzione per risparmiare in bolletta e salvaguardare l’ambiente anche in inverno, quando può fornire, in abbinamento alle pompe di calore elettriche, un contributo per riscaldare gli ambienti. Ma è fondamentale che a progettare l’impianto sia un professionista del settore”.

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Come risparmiare in bolletta?

ENEA consiglia di consumare quando l’impianto produce, anche se c’è un accumulo. Storicamente siamo abituati a consumare in fascia F3, durante le prime ore del mattino e la sera, quando l’energia costa meno.

Con il fotovoltaico è importante cambiare queste abitudini e sincronizzare produzione e consumo di energia elettrica: conviene consumare di più quando l’impianto produce, ovvero nelle ore centrali della giornata. Mediamente infatti, se alle 14:45 l’accumulo è al 100%, alle 09:05 la percentuale di carica è il 4%.

Inoltre è fondamentale monitorare i consumi attraverso gli Smart Meter installati sul contatore e collegati al proprio smartphone. Comprendere quanta energia si sta consumando permette di identificare gli sprechi inconsapevoli e di evitarli.

>> Scarica il posterone fotovoltaico ENEA <<

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Articolo Fotovoltaico d’inverno: da ENEA le istruzioni per l’uso di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it

Muro di cinta: in quali casi serve il permesso di costruire?

Serve il permesso di costruire per il muro di cinta con forte impatto sullo stato dei luoghi? Vediamo una recente sentenza a riguardo.

Come è noto, il Testo Unico Edilizia [1] non riconduce espressamente il “muro di cinta” nel novero degli interventi di nuova costruzione per i quali sia prescritto il permesso di costruire (articoli 3, comma 1, lettera e), e 10), ma neppure lo colloca tra quelli soggetti a SCIA.

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A questo riguardo l’orientamento prevalente del Consiglio di Stato[2] è nel senso che, più che all’astratto genus o tipologia di intervento edilizio (sussumibile nella categoria delle opere funzionali a chiudere i confini sui fondi finitimi), occorre far riferimento all’impatto effettivo che le opere a ciò strumentali generano sul territorio: con la conseguenza che l’intervento edilizio deve qualificarsi quale nuova costruzione (con quanto ne consegue ai fini del previo rilascio dei necessari titoli abilitativi) quante volte abbia l’effettiva idoneità a determinare significative trasformazioni urbanistiche e edilizie.

Diversamente, a prescindere “dal mero e astratto nomen iuris utilizzato per qualificare l’opus quale muro di recinzione (o altre simili), la realizzazione di muri di cinta di modesti corpo e altezza è generalmente assoggettabile al solo regime della denuncia di inizio di attività di cui all’articolo 22 e, in seguito, al regime della segnalazione certificata di inizio di attività di cui al nuovo articolo 19 della l. n. 241 del 1990[3].

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Applicando il riportato principio, il TAR Molise, sez. I, nella sent. 7 novembre 2023, n. 292, ha ritenuto necessario il permesso di costruire dinanzi ad “una costruzione in cemento armato, dell’altezza di 90cm e larghezza di 40cm, il quale – ben visibile da entrambi i lati – si staglia fuori dal piano di campagna per tutta la lunghezza di 75 metri, radicandosi a terra con una base cd. a “L””.

Similmente, fra la casistica giurisprudenziale che ha ritenuto necessario il permesso di costruire per la realizzazione di un muro di cinta, segnaliamo:

  • TAR Campania, Napoli, sez. III, sent. 2 agosto 2022, n. 5234, “per un muro di recinzione costituito da muratura di tufo e cemento armato, lungo circa 25 mt. e avente altezza pari a circa 2,70 mt. per uno spessore di circa 25 cm., derivante dalla ricostruzione di parte di un preesistente muro in pietrame lavico”;
  • TAR Campania, Salerno, sez. III, sent. 25 agosto 2021, n. 5624: “per 2 tronconi di muro realizzati con blocchi di lapilcemento – di cui, il primo, a Sud del fondo, per una lunghezza mt 16,45 spesso mt 0.20 e alto di mt 0.40, al cui termine, sul lato Est, si ritrova un cancello in ferro largo mt 3.60 ed alto 2.00 e, il secondo, di mt 17,90, largo mt 0.20 ed alto mt 0.40, cui è posto, a chiusura, un altro cancello in ferro largo mt 3.00 ed alto mt 2,20 -, entrambi con sovrapposizione di rete metallica bendata da materiale plastico sorretta da pali in ferro di altezza mt 2,00”;
  • TAR Calabria, Catanzaro, sez. II, sent. 2 luglio 2021, n. 1341[4]: per un muro perimetrale in cemento armato di altezza media di m 1,65, sovrastato sui vari lati da ringhiera di ferro di m 1,50, con lunghezza complessiva di m 83,00 e per un muro di separazione lungo m 26 circa, alto m 1,45, anch’esso sovrastato da una ringhiera in ferro alta m 1,50, realizzato all’interno della medesima area recintata, parzialmente pavimenta ed adibita ad aiuole e spazi verdi attrezzati;
  • TAR Puglia, Lecce, sez. I, sent. 11 giugno 2021, n. 905: “per un muro di confine, realizzato in conci di pomice e pietra calcarea, dell’altezza variabile tra m. 1,75 e m 2,50: infatti, tenuto conto delle relative dimensioni, detto manufatto non si esaurisce nell’esercizio dello jus excludendi alios, ma è tale da determinare la stabile trasformazione del territorio”;
  • TAR Campania, Napoli, sez. VIII, sent. 28 aprile 2020, n. 1542: per “un muro di recinzione lungo mt. 25 e alto mt. 2,50, munito di cancello carrabile scorrevole in ferro della larghezza di mt. 5, che è certamente qualificabile come opera muraria che incide in modo permanente e non precario sull’assetto edilizio del territorio”.

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In collaborazione con studiolegalepetrulli.it

Consigliamo

[1] DPR n. 380/2001.

[2] Ex multis: Consiglio di Stato, sez. VI, sent. 4 luglio 2014, n. 3408.

[3] Consiglio di Stato, sez. IV, sent. 3 maggio 2011, n. 2621.

[4] Nel caso specifico i giudici catanzaresi hanno affermato che “In applicazione della richiamata giurisprudenza, pertanto, e avuto riguardo alle caratteristiche strutturali delle opere, è da escludersi che tali interventi possano qualificarsi di modesta entità e siano quindi realizzabili in regime di edilizia libera, impattando di contro sull’assetto del territorio, sul piano urbanistico ed edilizio. Né, ancora, è possibile considerare i muri come pertinenze, posto che il concetto di pertinenza previsto dal diritto civile va distinto dal più ristretto concetto di pertinenza inteso in senso urbanistico, “applicabile soltanto ad opere di modesta entità e accessorie rispetto ad un’opera principale, quali ad esempio i piccoli manufatti per il contenimento di impianti tecnologici et similia, ma non anche ad opere che, dal punto di vista delle dimensioni e della funzione, si connotino per una propria autonomia rispetto all’opera cosiddetta principale e non siano coessenziali alla stessa, tale, cioè, che non ne risulti possibile alcuna diversa utilizzazione economica” (Consiglio di Stato, Sez. II, 9 ottobre 2020, n. 6020)”.

Immagine: iStock/beekeepx

Articolo Muro di cinta: in quali casi serve il permesso di costruire? di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it

ES PROLINE dormakaba, il sistema di azionamento porte che unisce performance elevate e sostenibilità

Il nuovo sistema di azionamento per porte ES PROLINE di dormakaba rappresenta una soluzione innovativa che soddisfa le esigenze degli edifici moderni, combinando tecnologie avanzate, efficienza energetica e sostenibilità.

I maggiori vantaggi dell’azionamento ES PROLINE sono modularità e versatilità. Grazie a queste caratteristiche è infatti possibile adattare il sistema alle diverse esigenze nel campo delle porte scorrevoli – lineari o telescopiche – sia standard che per vie di fuga.

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Inoltre, questo azionamento può gestire in modo rapido e silenzioso porte anche particolarmente pesanti, fino a un peso massimo di 250 kg per porte ad anta singola e 400 kg per soluzioni a due ante.

ES PROLINE è stato progettato per garantire la massima efficienza energetica e sostenibilità, grazie all’utilizzo di componenti elettronici all’avanguardia. Il nuovo motore dormakaba Direct Drive assicura da un lato un’elevata velocità di apertura e chiusura delle ante – contribuendo quindi a ridurre la dispersione di energia causata dalle porte aperte – dall’altro l’alto rendimento riduce considerevolmente il consumo elettrico.

Anche l’aspetto estetico è stato particolarmente curato: grazie all’integrazione dei sensori nel cassonetto di copertura, si evita l’istallazione sul lato interno della porta di dispositivi aggiuntivi che interrompono la linearità del sistema. In questo modo, la porta scorrevole si inserisce armoniosamente nell’architettura dell’edificio, contribuendo a creare un design raffinato e moderno.

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L’azionamento di ES PROLINE presenta numerosi vantaggi tecnici. Si tratta infatti di un azionamento potente, veloce e silenzioso – testato e certificato per resistere a 1,5 milioni di cicli di apertura – che può inoltre essere dotato di un modulo di comunicazione per il comando della porta tramite app. Il modulo consente all’utente, ad esempio, di modificare la modalità d’uso della porta, consultare lo stato di funzionamento e contattare il servizio di assistenza dormakaba in modo semplice e veloce.

La gamma ES PROLINE è ampia e completa e offre molteplici soluzioni tecniche ed estetiche che possono essere vagliate in fase preliminare, consentendo di personalizzare l’azionamento in base alle specifiche esigenze di ogni progetto.

Per ulteriori informazioni
dormakaba

Articolo ES PROLINE dormakaba, il sistema di azionamento porte che unisce performance elevate e sostenibilità di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it

Made Expo 2023: sinergie di sistema, connessioni e visioni di futuro

Una sinergia tra settori affini e complementari che si è dimostrata strategica e vincente. Oltre 80 mila operatori professionali presenti a Fiera Milano, è questo il risultato della prima edizione di MIBA-Milan International Building Alliance, format nato dall’unione sinergica di quattro fiere – GEE – Global Elevator Exhibition, MADE Expo, SBE – SMART BUILDING EXPO e SICUREZZA – focalizzate sull’evoluzione sostenibile e smart degli edifici e delle città, capace di offrire una visione integrata e innovativa delle soluzioni per affrontare la transizione energetica ed emergendo come nuovo punto di riferimento internazionale per i rispettivi settori rappresentati.

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In questo scenario si è inserita l’edizione 2023 di MADE Expo, in scena a Fiera Milano, Rho dal 15 al 18 novembre scorsi, con una offerta i cui driver sono stati innovazione, sostenibilità, tecnologia, design e comfort abitativo. Quattro giorni e quattro padiglioni per un unico palcoscenico interamente dedicato ai topic del comparto e, in particolare, alla progettazione e alla realizzazione di edifici sostenibili, energeticamente efficienti, digitali e tecnologicamente integrati.

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I due saloni

Con 701 aziende da 29 Paesi distribuite nei due saloni Costruzioni e Involucro, MADE Expo si è confermata vetrina ideale dove fare spazio a nuovi processi, nuovi sistemi e nuovi materiali in grado di supportare il mondo dei professionisti nel fondamentale processo di trasformazione dell’ambiente costruito.

Il Salone Costruzioni ha presentato le eccellenze dell’offerta italiana e internazionale, accompagnate da diverse aree speciali sviluppate in collaborazione con importanti partner della manifestazione. Una rassegna completa e diversificata su prodotti e soluzioni per costruire, ammodernare e riqualificare: software e tecnologie per la progettazione; Building Information Modeling (BIM); prodotti chimici; sistemi costruttivi; soluzioni antisismiche; attrezzature per la sicurezza e il cantiere; proposte per il miglioramento dell’efficienza energetica; isolamento termico e comfort; materiali e finiture per l’architettura d’interni; soluzioni per l’integrazione tra edificio e impianto.

In mostra, tra gli stand del Salone Involucro, prodotti e soluzioni in grado di sintetizzare design, efficienza energetica, sicurezza e comfort, rispondendo prontamente alle sfide climatiche e alle esigenze progettuali e costruttive. Promozione e valorizzazione, dunque di serramenti, finestre e porte; facciate e coperture; componenti e accessori; macchine per la produzione di serramenti, vetro; chiusure e soluzioni per l’oscuramento e l’automazione, outdoor, protezioni solari e anti-insetto.

In entrambi i saloni si è visto il futuro, grazie alle molteplici proposte che concorrono a rivedere in chiave moderna e innovativa ogni fase del costruito. A partire dai materiali all’avanguardia e dai nuovi processi di produzione a bassa emissione di carbonio, tutto punta alla sostenibilità, ma anche all’impatto visivo: intonaco a base di canapa, per rivoluzionare le finiture, unendo tutela ambientale e performance; rivestimenti e pavimenti in legno riciclato, a testimoniare l’impegno verso la circular-economy; vetro, in versione curva e termoconduttore, per finestre e vetrate riscaldanti, volto a ridefinire la prospettiva delle superfici, offrendo estetica e prestazioni avanzate. Anche l’involucro acquisisce nuovi aspetti e funzioni integrate: i serramenti illuminati diventano una soluzione di security per l’abitazione, trasformando le finestre in una fonte d’illuminazione notturna; le porte a levitazione magnetica sfidano la gravità dando la possibilità di movimento con un semplice tocco del dito; le porte in acciaio e vetro trasparente, dotate di sistemi unici e innovativi, garantiscono prestazioni di isolamento termico eccellenti, anti-effrazione, anti-proiettile e anti-deflagrazione; la zanzariera motorizzata con apertura a riconoscimento facciale è la soluzione high-tech per un comfort senza compromessi, che unisce sicurezza e praticità.

Oltre 100 appuntamenti

L’obiettivo di MADE Expo – fare squadra per fare sistema, valorizzando le sinergie di filiera e di contenuto – è stato dunque raggiunto. Connessioni strategiche che si sono sviluppate anche grazie al ricco palinsesto di eventi. Gli oltre 100 appuntamenti in programma, partecipati e dinamici, si sono rivelati occasione unica per aggiornarsi e dialogare sul futuro del settore.

Grande interesse per il ciclo di convegni The Place to Build, un viaggio attraverso la transizione energetica nell’edilizia, che ha affrontato i temi di economia circolare e sostenibilità applicata alla gestione delle città e del territorio, oltre a presentare osservatori sui cambiamenti in atto: dal settore immobiliare fino alla necessaria evoluzione delle professioni di fronte agli scenari di trasformazione che affronteremo nel prossimo futuro. Tra i diversi appuntamenti del ciclo, la 9° Conferenza Nazionale Passivhaus, che ha confermato la centralità del tema della riqualificazione energetica e le riflessioni sulle modalità per governare questo importante momento di passaggio, che hanno visto, tra gli altri, gli interventi di Pietro Baratono, Rappresentante MIMS, sulle opportunità legate al PNRR.

Regeneration Real Estate, con tre incontri sulla trasformazione delle città, ha dato vita ad una riflessione sul tema dell’inclusione sociale; il ciclo UNBUILT, dedicato al mondo dell’architettura internazionale, ha invece emozionato il pubblico con la presentazione di opere che non hanno avuto la fortuna di essere realizzate, ma che hanno influenzato l’immaginazione dei progetti futuri.

Centinaia di giovani si sono poi ritrovati nell’Area Millenials per raccontare i risultati della collaborazione con sette aziende espositrici di MADE Expo e ricevere il premio del miglior progetto Design for Circularity, organizzato in collaborazione con la Scuola di Architettura, Urbanistica ed Ingegneria delle Costruzioni del Politecnico di Milano.

Nello stesso spazio si è tenuto Relive 2023. UrbE-Scape, workshop curato da SITdA (Società italiana della Tecnologia dell’Architettura), che ha visto i dottorandi di Architettura dialogare con le istituzioni per la proposta di rigenerazione di uno spazio pubblico del Comune di Corsico.

Costruttori e imprese, architetti e progettisti, rivenditori e distributori hanno apprezzato l’offerta – promossa in collaborazione con le associazioni partner e costituita da percorsi formativi, convegni e installazioni, workshop, spazi B2B e laboratori – cogliendo stimoli e occasioni per ampliare prospettive e aree di applicazione del proprio business, attivare relazioni di qualità e tenersi aggiornati sui temi più attuali.

FEL – il Festival dell’Edilizia Leggera

Durante FEL – il Festival dell’Edilizia Leggera, che per la prima volta si è tenuto all’interno di Made Expo, nel padiglione Costruzioni -non sono mancati intrattenimento, musica, colore e aree dimostrative: un format che ha coniugato i prodotti dei tanti espositori presenti con le tecniche di posa e l’utilizzo di materiali.

La presenza di figure autorevoli come Patricia Viel e Carlo Ratti e Winy Maas, i due ambassador di MADE Expo, ha inoltre conferito alla manifestazione prestigio e prospettiva, assicurando approfondimenti sui trend emergenti, sul ruolo trasformativo delle tecnologie digitali nelle città del domani, arricchendo il dialogo sulla costruzione di comunità urbane sempre più moderne e sostenibili.

Positivo anche il feedback ricevuto dai buyer stranieri, che conferma la crescente rilevanza internazionale dell’evento. Un successo che è il risultato della rinnovata collaborazione con ITA-ICE Agenzia, che ha permesso di portare in fiera, in aggiunta agli operatori esteri arrivati da 111 Paesi, più di 400 hosted buyer selezionati per alto profilo e capacità di spesa per le quattro fiere MIBA.

Awards dell’edilizia: i 9 vincitori

MADE Expo è stata anche l’occasione per assegnare gli awards dell’edilizia: 9 i vincitori della seconda edizione del premio, promosso per valorizzare la conoscenza e l’eccellenza di prodotti, processi e servizi presentati dagli espositori. I premi sono stati attribuiti da una giuria tecnica e dai follower che seguono la manifestazione sui canali social.

Per il Salone Costruzioni i vincitori sono:

  • Digi Corp – Pordenone – categoria progettazione, BIM, software e servizi.
  • Ecosism – Battaglia Terme (PD) – categoria strutture e sistemi costruttivi.
  • Coprimuro – Coriano (RN) – categoria riqualificazione energetica, isolamento e confort, integrazione edificio impianto.
  • Cover App – Verona – categoria rivestimenti e finiture per interni ed esterni.

Per il Salone Involucro i vincitori sono:

  • Pilkington – Venezia – categoria involucro, facciate e coperture, vetro.
  • Giovanardi – Villimpenta (Mn) – categoria outdoor, schermature solari e anti-insetto.
  • Eku Sistemi – Segrate (Mi) – categoria serramenti, finestre e porte; chiusure, oscuramenti, automazioni.
  • Cipierre – Tivoli Terme (RM) – categoria componenti, accessori e ferramenta.

Il premio startup è stato assegnato a Snaptech – L’Aquila.

MADE Expo dà appuntamento a Fiera Milano nel 2025, dal 19 al 22 novembre, sempre all’interno di MIBA-Milan International Building Alliance, che conferma il suo format. Organizzata da Made Eventi, società di Fiera Milano e Federlegno Arredo Eventi, MADE Expo 2023 ha potuto contare sul supporto di ITA-ICE Agenzia ICE e sui patrocini di Regione Lombardia, Comune di Milano e delle principali associazioni di categoria: Acmi, Assimpredil Ance, Assobim, Assorestauro, Federbeton, Federparquet, Finco, Fondazione Promozione Acciaio, ISI-Ingegneria Sismica Italiana e Unicmi, che erano presenti in fiera con aree dedicate, talk e momenti formazione.

Comunicato stampa a cura degli uffici stampa ME e Fiera Milano

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madeexpo.it

Articolo Made Expo 2023: sinergie di sistema, connessioni e visioni di futuro di Ediltecnico.

Source: Ediltecnico.it

La Casa delle Imprese: oltre 42 miliardi di euro di export dal Veneto nei primi 6 mesi

42 miliardi di euro nel primo semestre 2023: il Veneto è sul podio dell’export in Italia. L’andamento è in crescita del 2,8% grazie in particolare alla meccanica strumentale, e agli strumenti e forniture mediche e dentistiche.

Numeri che esprimono la vivacità del tessuto economico veneto e le grandi opportunità di crescita, anche grazie agli investimenti in innovazione e sostenibilità intrapresi dalle aziende del territorio che fanno da export booster: SACE ha accompagnato in questa direzione già 6100 imprese venete per 4,1 miliardi di euro nell’ultimo anno.

È quanto emerge dallo Studio “Piccole, medie e più competitive: le PMI italiane alla prova dell’export tra transizione sostenibile e digitale” da cui le prende le mosse il Roadshow “La Casa delle Imprese” organizzato dal Gruppo SACE dedicato alle PMI italiane. Lo Studio, realizzato dall’Ufficio Studi di SACE in collaborazione con The European House – Ambrosetti, approfondisce le prospettive di sviluppo delle PMI di fronte alle sfide dei mercati internazionali con un particolare focus sull’export regionale.

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I settori in crescita

La meccanica strumentale è il primo settore delle esportazioni nel Veneto e registra una crescita del 13,1% tra gennaio e giugno 2023, ritmo lievemente inferiore rispetto al +14,3% del 2022 ma comunque molto sostenuto. Dinamica positiva anche per l’altra manifattura (+5,4%) – che in Veneto è composta soprattutto da strumenti e forniture mediche e dentistiche (+13,8%) e mobili (-4,1%) – e per il tessile e abbigliamento (+1,2%), rispettivamente secondo e terzo settore di export.

Germania, Francia e Stati Uniti sono i primi tre mercati di destinazione e insieme rappresentano il 35% di tutto l’export regionale. I due partner europei risultano in crescita nel primo semestre del 2023: +3,4% e +7,8% rispettivamente, lieve negativo invece per gli Stati Uniti (-0,9%). Stanno mostrando inoltre grande dinamismo mercati quali Messico (+16,3%), Emirati Arabi Uniti (+7,4%) e India (+5,4%).

Piano Industriale INSIEME 2025

Il Gruppo SACE – presente sul territorio con due uffici a Venezia Mestre e Verona e cinque agenzie dislocate fra Padova, Verona e Venezia Mestre – accompagna le imprese venete nei loro progetti di crescita in Italia e nel mondo offrendo soluzioni assicurative e finanziarie per investimenti green, liquidità e attività di export, internazionalizzazione e progetti di rilievo strategico.

L’evento ha visto il coinvolgimento di alcune imprese testimonial come il Gruppo ICM, BAUCE TRI.MA, AT & D Water And Energy Green Solutions e NOVATEK Italia e fa parte di una serie di tappe di un roadshow in cui SACE incontra le PMI italiane e che si inserisce nell’ambito del Piano Industriale INSIEME 2025 che si basa su quattro pilastri: la sostenibilità come principio fondante dell’azione, la trasformazione tecnologica e digitale delle imprese e del Gruppo e il supporto alle PMI con un coverage di prossimità, la squadra delle persone di SACE che operano con passione.

La prossima tappa sarà a Napoli il 6 Dicembre oltre a un fitto calendario di appuntamenti che entro la fine dell’anno vedrà il Gruppo SACE coinvolto in circa 15 eventi territoriali, business matching e fiere, in collaborazione con Istituzioni, associazioni di categoria e Università, da Cosenza a Milano, passando per Lucca, Rimini, Latina e Reggio Calabria.

Cosa fa il gruppo SACE

SACE è il gruppo assicurativo-finanziario italiano, direttamente controllato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, specializzato nel sostegno alle imprese e al tessuto economico nazionale attraverso un’ampia gamma di strumenti e soluzioni a supporto della competitività in Italia e nel mondo. Da oltre quarantacinque anni, il Gruppo SACE è il partner di riferimento per le imprese italiane che esportano e crescono nei mercati esteri. Supporta, inoltre, il sistema bancario per facilitare, con le sue garanzie finanziarie, l’accesso al credito delle aziende per sostenerne la liquidità e gli investimenti per la competitività e la sostenibilità nell’ambito del Green New Deal italiano, a partire dal mercato domestico. Il Gruppo è presente nel mondo con 13 sedi in Paesi target per il Made in Italy, con l’obiettivo di costruire relazioni con primarie controparti locali e, attraverso strumenti finanziari dedicati, facilitare il business con le imprese italiane. Con un portafoglio di operazioni assicurate e investimenti garantiti pari a 164 miliardi di euro, SACE, insieme a tutte le società del Gruppo – SACE FCT che opera nel factoring, SACE BT attiva nei rami Credito, Cauzioni e Altri danni ai beni e SACE SRV, specializzata nelle attività di data collection e di gestione del patrimonio informativo – è al fianco di oltre 40 mila aziende, soprattutto PMI, supportandone la crescita in Italia e in circa 200 Paesi nel mondo.

Maggiori informazioni sul sito SACE o al numero verde 800.269.264.

Comunicato a cura dell’Ufficio Stampa SACE

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Source: Ediltecnico.it